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Un anno da Matti da Sognare

Ci sono dei momenti in cui mi piace fermarmi e guardare indietro. Quella cosa che in genere facciamo tutti a Capodanno, quando facciamo propositi e programmi e sembriamo carichi di energie per cambiare tutto e più (salvo svegliarci il giorno dopo completamente inspupiditi dallo spumante, e passare il resto dell’anno nello stesso stato comatoso, dimenticandoci dei buoni propositi. E vabbè, capita). Propositi non ne ho nemmeno uno, al momento, eccetto che mi sono ripromessa di vivere pian piano senza grandiosi progetti futuri, che programmarsi la vita mi sembra una inutile e noiosa attività, al momento. Però mi piace guardarmi alle spalle, specie in occasione di date “importanti”.

E questo Ottobre è l’anniversario di una data molto importante per DoppiaEffe: il 4 Ottobre 2013, un anno fa, ero a Cagliari per presentare il nostro libro, Matti da Sognare. La presentazione del libro mi ha permesso di raccontare di noi, dei nostri sogni, dell’importanza dell’avere dei sogni per non lasciarsi schiacciare dalla quotidianità…mi ha fatto condividere delle emozioni uniche con tante persone, a Cagliari, Sadali e Roma (e poi anche Esterzili).

Queste emozioni sono cresciute nei mesi successivi ogni volta che è arrivato un messaggio Facebook, un’email o un commento sul blog in cui qualcuno si raccontava, e ci ringraziava per aver condiviso la nostra esperienza. Perchè il nostro racconto gli ha dato la forza di partire, o di rincorrere un sogno, o semplicemente di rimettersi a sognare e darsi un’altra possibilità. Non vi so spiegare la felicità che si prova nell’avere un impatto positivo nelle vite altrui. La felicità che si prova quando qualcuno ti rignrazia perchè la sua vita è migliore dopo averti conosciuto, ascoltato o letto. E’ una cosa bellissima. E si, non vinceremo mai un Nobel, questo l’abbiamo sempre saputo, come abbiamo sempre saputo di non essere due scrittori professionisti con pretese di fama. E sapete una cosa? Chissene.

Quel libro è li a testimoniare un sogno, una scommessa, un cammino che ancora oggi è in divenire. Non è li per ambire a una carriera letteraria, a premi, a rivoluzioni, per far finta di essere degli intellettuali da salotto con la ricetta per la felicità. Io oggi ho più domande che risposte. Anzi, risposte non ne ho proprio. Quel libro è un’esperienza umana a disposizione di tutti, e chiunque può attingerci quello che vuole. E nel momento in cui anche solo un singolo perfetto sconosciuto ti scrive per dirti che gli hai reso la vita migliore, per me va bene così, la fatica di 8 mesi di scrittura, e di 2 mesi di notti insonni, sono ripagate.

Ma dicevo quest’anno, quanto sia stato folle. Circa 4 giorni dopo essere tornata dall’Italia per la presentazione del libro, mentre ero ancora in trance per quello che avevo vissuto, è arrivata una bella email che mi comunicava di aver vinto il primo premio del concorso letterario “Go Around the World”. Vorrei farvi vedere la foto che mi ha scattato EM mentre, tremante, continuavo a rileggere l’email con la notizia della vittoria. Destino beffardo: raccontando il nostro giro del mondo ho vinto un biglietto per farne un altro, quanto è folle?

Così da Ottobre in poi abbiamo cominciato a parlare del viaggio, a capire quando partire, come incastrarlo con la nostra nuova vita australiana, e soprattutto col nostro visto (=permesso di soggiorno). E abbiamo deciso di trasformarlo in un viaggio di nozze, così, giusto per incasinarci un po’ la vita. Perchè orgaanizzare solo un viaggio non ci bastava, serviva qualcos’altro.

Così i mesi sono scivolati principalmente cercando di raggiungere un accordo sul biglietto con la società che ha bandito il concorso: volevamo andare in Africa, stavolta, e in Birmania, e in Iraq. Ma il tutto era incompatibile col tipo di biglietto vinto, per cui abbiamo dovuto cambiare itinerario, e alla fine abbandonare anche l’idea di viaggiare in Birmania, sostituendola con la Cina. E a Febbrario, quando più o meno la partenza sembrava una cosa fattibile (ma ancora senza i biglietti in mano!), abbiamo fissato la data del matrimonio: venerdì 20 Giugno. Giorno insolito (in Sardegna non ci si sposa di venerdì…) ma i ristoranti erano tutti prenotati per tutti i sabato di tutta l’estate!! Mica potevamo aspettare, per saltare l’inverno di Melbourne la partenza per il nostro nuovo giro del mondo andava fissata per Luglio 😉

I 4 mesi tra Febbraio e GIugno sono stati…movimentati, diciamo. Non è semplice organizzare un matrimonio stando dall’altra parte del mondo, ma per fortuna avevamo il jolly tra le nostre carte: la super-sorella di EffeFemmina, che si è occupata di tutte le seccature più grosse, la più grossa delle quali quella di trovare una spiaggia dove celebrare il rito. Perchè una storia nata sulla spiaggia, al mare, doveva per forza essere celebrata al mare. In nessun altro posto su questa terra.

Nel frattempo è andato in onda il solito circo pre-partenza, ma questa volta in versione ridotta, ormai esperti.

EF ha deciso di liquidare il suo lavoro senza mezzo ripensamento: dopo che ti licenzi una volta per partire per un gap year, la seconda volta è tutto più semplice!

Pure EM aveva deciso di rassegnare le dimissioni. E quando un mese e mezzo prima di partire è andato dal capo a raccontargli tutto, del premio, del matrimonio, a dirgli che sarebbe partito…e ha buttato li l’idea dell’aspettativa…mica avrebbe mai creduto che il tipo avrebbe detto di si! Così nel giro di sole 24 ore EM è passato dal rassegnare le dimissioni dall’azienda ad avere l’aspettativa di 4 mesi confermata dal responsabile delle Risorse Umane!!!! Che non potevamo crederci nemmeno noi che l’abbiamo vissuta, questa cosa. E ci abbiamo riso su parecchio, ricordandoci il percorso senza speranza intrapreso da EF in Italia, nel chiedere l’aspettativa. In certe cose, ahimè, l’Australia è davvero più avanti (non in tutte, eh!).

In tutti questi mesi non siamo comunque rimasti fermi a casa, diciamo. Siamo andati a conoscere gli hippies di Byron Bay e a vagare in macchina sulla East Coast, abbiamo girato un bel po’ nello stato del Victoria (con tanto di dormita in macchina causa inutilizzabilità della tenda con i 4 °C esterni…), e dopo un vero Natale al freddo e in famiglia (che gioia! un vero Natale!) abbiamo fatto un bellissimo viaggio a Bali. Lo so che pensate che siamo milionari…in realtà no, affittiamo semplicemente una stanza su Airbnb, e i soldi racimolati li usiamo per viaggiare. Condividiamo casa con dei perfetti sconosciuti per alcuni giorni al mese per poterci finanziare le nostre scorribande. E vi svelerò un segreto: è divertente ospitare degli sconosciuti! Si incontra un sacco di gente incredibile e simpaticissima!

Così è arrivato Giugno, ed è arrivato il momento del trasloco. Perchè non si può pagare l’affitto per 4 mesi per una casa vuota. E subaffittare mentre stai viaggiando dall’altra parte del mondo, e la caparra è a nome tuo conservata in un fondo speciale pubblico, e tu sei responsabile di tutto quello che succede…perchè incasinarsi la vita? meglio partire sereni! Così in 5 giorni abbiamo impachettato casa e spostato tutti i nostri averi in un deposito. Dove tutti vuol dire ogni cosa presente in casa, visto che qui vengono affittate completamente vuote: mobili, frigorifero, materassi, lavatrice, vestiti, biciclette. Tutto ammassato stile Tetris dentro un box di pochi metri quadri.

Prima che ce ne accorgessimo eravamo sul primo dei vari voli del nostro nuovo giro del mondo, con gli abiti da sposi compressi in un trolley bagaglio a mano. Prima tappa: Cagliari e Sardegna (con tanto di meraviglioso comitato d’accoglienza!). Per un matrimonio in cui noi 2 ci siamo divertiti da matti. E ci dispiace se non abbiamo rispettato il Galateo nella disposizione dei tavoli, nei fiocchi sulle sedie, se non abbiamo lanciato il riso (perchè sporcare una spiaggia bellissima?), se qualche persona è rimasta fuori dagli inviti, se non c’erano le bomboniere con la carrozza d’argento o di madreperla (vedi qui). Ma l’idea era di celebrare l’Amore (ohhhhhhhhh!), quel giorno, e di far divertire chi ha deciso di attraversare il mare per festeggiare con noi…tutto il resto, chissene. Dal profondo del cuore e senza cattiveria alcuna 🙂

Il 1 Luglio eravamo sull’aero per New York. E poi c’è stato un mese in una spettacolare Costarica, un mese di overdose di parchi naturali, di natura, di semplicità, di un paese che cerca di inventarsi un modello economico alternativo a questto pazzo che ci sta uccidendo. Che è quello aberrante che abbiamo visto in Cina, poi.

Nel mezzo c’è stato il Giappone, un paese incredibile, da scoprire, in cui forse non basta viaggiare anni per capirlo. Paesaggi fantastici, ma tanto cemento. Tecnologia incredibile, e vecchie tradizioni ancora vive. Gerarchia soffocante nei rapporti sociali, e la perversione dei singoli, di cui le maid cafè, per noi abbastanza scioccanti ed equivoci, non sono che la punta “accettabile” dell’iceberg. Un paese in cui tornare.

E da Tokyo a Shanghai, per un viaggio on the road in Cina, senza nessun tour, solo noi due e il nostro frasario salva vita. Siamo andati verso l’interno a vedere la diga-mostro di cui avevamo letto sui giornali, e paradossalmente ci siamo divertiti di più nei posti in cui eravamo le uniche facce occidentali in giro. Senza parlare cinese, loro non parlavano inglese, il mondo attorno a noi era scritto in un alfabeto incomprensibile…ma è stato bello e divertente. E’ stato interessante, per dirla in inglese è stato “challenging“. Perchè la Cina non è il paese che consiglierei agli amici come paese da visitare in vacanza, ma è interessante se volete capire cosa c’è dietro il gigante economico a cui le nostre vite sono ormai legate senza scampo. La Cina da viaggiatori indipendenti non è una gita di piacere, non è un viaggio attraverso posti idilliaci e da cartolina. E’ un viaggio attraverso un paese in evoluzione, in cui l’ambiente è irremediabilmente compromesso, in cui il modello politico è quanto di più folle abbia mai toccato con mano, in cui la gente è felice di essere entrata nella spirale consumistica, e lo si vede, e si sente. E’ un viaggio di istruzione, praticamente.

Ci hanno chiesto perchè abbiamo scelto questi 3 paesi, che legame c’è tra loro. Bene, il legame è che…non c’è legame! A parte il fatto che in tutti e 3 si consuma riso come alimento principale, forse. Ma non mi sembra un argomento scientificamente robusto 😀

Se forse vogliamo trovare un legame, allora è la natura, il rapporto tra uomo e natura. O forse questo è solo quello che viene fuori a posteriori, e forse è dovuto alla nostra crescente sensibilità verso questo tema, a quello a cui ci siamo interessati di più lungo la strada.

Comunque sia, dopo 4 mesi oltremare, ora siamo di nuovo qui a Melbourne. Esattamente al punto di partenza, un anno dopo. Stesso posto, ma diversi. Con una nuova casa in cui andare ad abitare presto, e nuovi lavori da cercare e all’orizzonte.

Nel frattempo il nostro editore (il Cenacolo di Ares) ha fatto un grande passo per quel cambiamento verso un’economia alternativa a cui ci stiamo interessando sempre di più. Il nostro libro è diventato parte dei prodotti del mercato equo e solidale, e noi ne siamo orgogliosissimi, bravissimo Cenacolo!

E sapete la cosa buffa? C’è di nuovo un concorso letterario con premio un giro del mondo, ma questa volta non possiamo partecipare, accidenti, perchè il concorso l’ha bandito il nostro coraggioso editore! Ma ne siamo comunque parte, perchè tutto parte da quel libro, da quella copertina di due matti che escono da una gabbia dorata volando su una mongolfiera.

Non è facile stare lontani dalla gabbia, da quella che noi due consideriamo la nostra gabbia, e che può essere vista in modo diverso da ognuno di noi e voi. Ma ci proviamo a continuare a vivere come due Matti da Sognare. Nuovi sogni nel cassetto, nuove idee nella testa, nuove energie da investire. Noi facciamo del nostro meglio. E voi?

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EffeFemmina

Francesca V., 30 anni. Insieme a Francesco (la EffeMaschio) decide di mollare tutto e partire per un viaggio intorno al mondo...Ed è li che inizia l'avventura che raccontiamo in questo blog... ;)

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Una risposta

  1. Paola ha detto:

    In queste righe ed immagini è passato solo un anno. È stato emozionante riviverne la bellezza e l’intensità. Grazie per essere stati i pittori di questo quadro di vita, per averlo colorato con i toni dell’allegria e riempito di dolcezze.

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