A minor inconvenient

Il 17 Settembre ci trasferiremo nella casa nuova (hurray! 🙂 ), e qualche giorno fa abbiamo scoperto che quando ci trasferiremo i rumori dei lavori della ferrovia saranno forti e h24, talmente forti che alle persone piu’ vicine ai lavori e’ stata offerta una sistemazione temporanea.

Noi siamo tra queste persone: sapevamo dei lavori della ferrovia, ovviamente, abbiamo comprato vicino alla stazione anche in virtu’ della riqualificazione della zona (alla fine dei lavori ci sara’ una fighissima pista ciclabile che colleghera’ 5/6 quartieri, parallela al mare, e una nuova stazione). E sapevamo anche che i lavori sarebbero durati qualche mese, la nuova stazione dovrebbe aprire a Novembre, e quindi sarem stati impattati. Ma non era previsto, ne’ ci aspettavamo, che la parte piu’ rumorosa iniziasse proprio 2 giorni prima del nostro trasloco. E soprattutto considerando che noi sarem dovuti essere in vacanza ad Hamilton Island, in questo periodo, per celebrare i nostri 40 anni. Isola tropicale e mare blu….quando si dice il tempismo e’ tutto. Fucking good timing mate!

E’ stata una bella doccia fredda, sapere che entreremo in casa nuova, ma sara’ troppo rumoroso dormirci, e dovrem vivere un po’ da zingari per 3 settimane, sperando che la sistemazione temporanea non sia troppo lontana da casa e dalle scuole dei bambini.

E sottolineo che e’ la stessa casa in cui e’ da 6 settimane che non possiamo entrare, causa lockdown. La stessa casa in cui abbiamo fatto lavori ma non abbiamo ancora visto il risultato, tranne un video di un amico che abita li vicino e si e’ immolato per la causa. Avrem un tantino voglia di vederla, casa nostra, e di sistemarci dentro, vuotare scatole, disfare valigie. Giusto un tantino 😀

Lo so che ora vi direte “e di che cavolo ti lamenti?”. E anche “in Italia l’avresti saputo il giorno Prima” e “i lavori durerebbero 3 anni, invece di 3 settimane”. Ed e’ vero, per carita’, mica mi sto lamentando del fatto in se, anzi, tanto di cappello per l’organizzazione mostruosa dietro questi lavori. Pero’ questa notizia per me e’ stato la “minor inconvenience” della vignetta qui sotto: che i lavori siano esattamente nella settimana in cui dobbiamo trasferirci e’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia resilienza. Se fossero stati la settimana dopo sarebbero stati solo una grande rottura di palle ma, vabbe’, ci sarebbero toccati.

Certo che e’ un minor inconvenience, e non la fine del mondo, certo che si sapeva tutto, certo che andremo nella sistemazione temporanea (anche se sara’ a 20/25 minuti di macchina da scuola e asilo, mentre da casa ci arriviamo a piedi).

Tutto e’ superabile, tutto e’ risolvibile, ma le cose vanno viste nella loro interezza, e a volte quanto sarebbe bello avere una pacca sulla spalla invece del “oh e di che cazzo ti lamenti?”.

Perche’ questa minor inconvenience capita non in un periodo normale della vita. Capita mentre siamo in lockdown, giorno 220 di lockdown da Marzo del 2020, e scusate se gia’ questo basta ad essere scazzati.

Il vaso della resilienza e’ pieno di:

homeschooling, o didattica a distanza

di asilo nido chiuso e senza data di riapertura in vista

di una casa nuova in cui non sono pututa andare nelle ultime 5, forse 6 settimane, e invece di averla potuta preparare come volevo, senza manco poter vedere i pavimenti nuovi!!!!, ci arriveremo il giorno del trasloco. Altro che andare a farci il campeggio un weekend, e dormire col materasso a terra, per rendere la cosa divertente per i bambini!!

Ah, giusto, poi c’e’ da gestire la tristezza di D. di non poter festeggiare il compleanno per il secondo anno di fila, e di non poter tornare a scuola a rivedere gli amici, e del dover cambiare scuola e quartiere. Che gia’ basterebbe questo a riempire le giornate, onestamente.

E poi c’e’ il preparare questa casa per gli inquilini, e fare i pacchi, e disfarsi delle cose (che con tutti i negozi dell’usato chiusi, e la maggior parte dei siti di scambio chiusi, e’ un’altra bella rottura. Ma si fa, per salvare il pianeta si fa pure quello, con taaaaanta inentiva).

Nel tutto cercando di navigare la quotidianita‘ del cucinare, pulire la casa, fare il bucato, e impachettare casa.

E tralascio la questione dei confini chiusi, che e’ quello che in questi lunghi 18 mesi ha sicuramente messo piu’ a dura prova la mia salute mentale.

E dovremmo anche trovare del tempo per noi stessi, giusto? per la nostra mental health…uahahhaah, sonora risata! che a fine giornata io ed EffeMaschio ci guardiamo in faccia esausti con gli occhi fuori dalle orbite, e meno male che c’e’ il gin buonissimo che ci ha regalato un’amica saggia a farci compagnia gli ultimi due giorni.

Sentirsi dire da delle amiche qui “argh, che sfiga. Certo che quest’anno non e’ proprio leggero. Coraggio, vedrai che il 2022 sara’ meglio!” o “That’s hard. You’ll manage that, you are amazing”, senza giudizio, solo offrendo conforto, e’ stata una ventata di freschezza. E una di loro ci ha mandato un piccolo regalo, una bottiglia di gin buono, una cosa buona per noi adulti.

Ecco, a volte la differenza la fa questo. Non la mozzarella buona, la pasta piu’ o meno cotta. La fa l’empatia, la voglia di consolare l’altro e non considerarlo un lamentoso noioso, sbattendogli addosso i tuoi problemi piu’ gravi. Perche’ magari in quel momento la minor inconvenience per quella persona e’ un macigno insopportabile. A volte uno ha solo bisogno di sfogarsi e sentirsi una pacca sulla spalla, invece che gli venga ricordato quanto il mondo e’ brutto e cattivo.

Be nice, be kind. It’s the only way out of this shit. <3