Bentornati in Italia
Seguo EffeMaschio dentro un edificio anonimo. Ha lavorato qui attorno qualche tempo e conosce la zona. Io “Ma sei sicuro? non c’e’ la bandiera”. Che nel mio mondo naif dovrebbe essere il minimo nella sede del Consolato. Ma la freccia “Ascensore/Lift”, con tanto di cartello che invita a prenderlo per chi si debba recare al Consolato Generale d’Italia di Melbourne, fuga ogni dubbio. Lo rpendiamo, scendiamo al primo piano, giriamo nel corridoio principale, e realizziamo di essere una ventina di gradini di fronte a dove siamo entrati. Ma porca zozza! Ma perche’ ti chiedono di usare l’ascensore? per fare due gradini? Io dico qualcosa a denti stretti, EffeMaschio mi guarda e, serafico, mi fa “Stai calma, lo sai che stiamo andando al Consolato”. Io mi faccio una risata “Eh gia’, aspetta che leggo i miei diritti prima di entrare”, ammiccando a una bacheca che titola “Diritti e doveri del cittadino italiano all’estero”. Respiro profondo zen, espiro, ok, sono pronta. Entriamo.
Abbiamo appuntamento alle 9: “Salve, siamo qui per fare le pubblicazioni di matrimonio, abbiamo un appuntamento”.
“Si bene, chi di voi deve fare le pubblicazioni?”.
Noi basiti. Mia nonna, gli sto per dire, ma sono in modalita’ zen, trattengo il pugno e la risata. Facciamo scivolare i passaporti sotto il vetro. Lui, glaciale, li prende “Quindi entrambi?”.
“Si”. Non e’ il caso fare ironia.
“Ci vorra’ un po’, oggi c’e’ solo un impiegato”
E va a fare le fotocopie, che e’ gia’ un miracolo, che in genere in Italia devi arrivare con la fotocopia anche della pagella della scuola elementare, che non si sa mai.
EffeMaschio mi fa “Bentornata in Italia! Pero’ dai’, almeno ci hanno avvisati, stanno migliorando. Fanno pure le fotocopie loro, straordinario!”, tutto fiducioso e speranzoso.
Di fronte a noi la lista degli appuntamenti, non puo’ non caderci l’occhio. Siamo i primi della lista: perche’ dovremmo aspettare tanto, viene lecito chiederci? perche’ se siamo i primi non ci sbrigano subito?
Mentre vado a sedermi, rassegnata all’attesa, EffeMaschio, inspiegabilmente, ci riprova, e chiede quanto ci vorra’.
“Se ci avessi la sfera di cristallo glielo direi“, dice lui. L’uomo dallo sguardo incazzato alle 9 di mattina.
EffeMaschio obietta qualcosa, vedo il fumo che esce dalle orecchie, sta per esplodere. COmincia a dire qualcosa, ma si ricrede e viene a sedersi anche lui.
Io rido, lacrime agli occhi “Meno male che ero io quella a doversi calmare!”
Mi guarda, e scoppiamo a ridere. Gia’, bentornati in Italia. 🙂
PROLOGO
Siamo usciti dal Consolato dopo quasi tre ore, stremati. Abbiamo firmato una quantita’ di carte da perderci la testa. Dichiarazioni in cui dichiaravamo di aver fatto una dichiarazione in cui dichiaravamo l’intenzione di sposarci. Una cosa folle, lenta, uno stillicidio che ti fa passare la voglia di sposarti. Per fortuna l’impiegato che ha sbrigato la pratica era simpatico, bestemmiava ogni tre minuti mentre leggeva la procedura folle, che lui stesso ha dichiarato “borbonica“. Che altro termine renderebbe meglio? E ci ha deliziati con un’imitazione di un classico ufficio italiano in cui verranno ricevuti i documenti : “Salvato’, vieni a vedere, che cosa e’ questa cosa qui!?”, con accento marcatamente siculo.
Le nostre pubblicazioni arriveranno mai a destinazione? Dal Consolato di Melbourne dovranno finire al COmune dove ci sposeremo, che e’ diverso da quello in cui risiedevamo entrambi…insomma, quattro enti diversi coinvolti. Si accettano scommesse sul fatto che riusciremo a sposarci legalmente….il ristorante pero’ e’ prenotato, male che vada si festeggia ugualmente 🙂