Democracy sausage
Sabato votiamo per le elezioni federali. Si vota ogni 3 anni, e il governo di centro-sinistra guidato da Anthony Albanese cerca la rielezione contro la destra guidata da Peter Dutton.
Votare ogni 3 anni e’ un ciclo politico molto breve, 3 anni sono pochi per consolidare politiche, cambiare leggi e meccanismi come promesso in campagna elettorale. Albanese (detto Albo perche’ non sia mai che una parola non venga abbreviata!) 3 anni fa ha convinto il paese uscito dal Covid con una leadership calma: dopo 3 anni di governo, qualche mese fa era dato per spacciato, l’appeal della sua leadership calma andato in fumo. Ma la combinazione dell’inflazione che scende, un leader conservatore poco convincente che vuole risolvere il caro-bollette costruendo centrali nucleari, e anche la paura di Trump, potrebbero avergli dato una strada per la vittoria. Riuscira’ Albo a garantirsi il secondo mandato, oppure subira’ l’influenza di un mondo in cui i conservatori e nazionalisti sembrano dettare la linea?
Comunque vada, io sguazzo e mi godo la campagna elettorale.
Se c’e’ una cosa che differenzia nettamente Italia e Australia,non sono gli animali velenosi,sono le elezioni.
Innanzitutto parlare di politica con amici e conoscenti e’ quasi un taboo. E’ molto raro che qualcuno ti dica chi votera’, lo capisci da altre cose: cosa posta e segue sui social, come mangia, che film guarda, come educa i figli. Qui mi posso scordare le animate discussioni in ufficio o le chiacchere al bar: e’ considerato maleducato parlare di politica a qualcuno senza conoscerlo bene. Eh vabbe’. Per chi mi conosce, un vero dramma, visto che io ADORO la politica.
La campagna elettorale e’ al vitriolo anche qui.
Non i dibattiti televisivi, che in genere sono tutti educati, e fanno i turni per parlare, anche se gli ultimi anni ci sono stati diversi casi di discussioni animate e gente che si interrompeva, e sono finiti in prima pagina. Roba che sembra un high-tea in confronto a Ballaro’ e i programmi con Santoro, ma abbastanza per scandalizzare un paese in cui essere gentili ed educati e’ tipo un dovere nazionale, una cosa che ci si aspetta da chiunque e a maggior ragione dai politici.
Quello che mi sciocca sono i manifesti politici: all’educazione mostrata nei dibattiti si affianca un’aggressivita’ sconcertante nei manifesti. E’ totalmente ok fare un cartello per insultare il tuo avversario e buttargli merda addosso, invece di aprlare delle tue policy. Due esempi “gentili” appena visti sul giornale:


Un’altra differenza e’ che qui si puo’ votare in anticipo: si puo’ chiedere di votare per corrispondenza, oppure si puo’ andare in uno dei early voting centres aperti fino al giorno prima delle elezioni. Votare anticipatamente e’ comodo perche’ i seggi il giorno delle elezioni sono aperti solo il sabato fino alle 5: poiche’ votare e’ obbligatorio (altra differenza, si rpende multa se non si vota), se per qualsiasi motivo il giorno delle elezioni sei impossibilitato a votare, hai la possibilita’ di farlo prima. Quest’anno hanno votato anticipatamente 4 milioni di persone! Io speravo di poter votare prima, perche’ il giorno delle elezioni la fila e’ lunghissima, e noi siamo impegnati con partite varie di calcio …ma la fila all’early voting centre vicino a casa era cosi lunga tutta la settimana, che mi sono rassegnata a votare domani!
La differenza principale tra I due paesi e’ pero’ quello che succede il giorno delle elezioni.
Ricordo i seggi in Italia quando ho fatto la scrutatrice: i Carabinieri in servizio a monitorare il seggio giorno e notte, i sigilli nelle finestre e porte,il contare e ricontare le schede per evitare errori,o peggio brogli. Il certificato elettorale e il documento di identita richiesti per votare, il doppio registro, le matite copiative, le cabine chiuse,il voto segreto,la campagna elettorale chiusa e il divieto di farla nei seggi (con i “santini” passati di mano in mano di nascosto).
Fino a quando non lo vedi e provi, manco potresti immaginare si possa fare diversamente.
In Australia, fuori dal seggio ti accolgono facendo volantinaggio. Io la prima volta sono andata in ansia e rifiutavo tutto “Ma che fanno questi matti? Non si puo’! La polizia non interviene?”, e poi ho realizzato che fosse tutto nella norma. Si possono dare I santini alla luce del sole di fronte al seggio elettorale, il giorno delle elezioni!!! :O
Dopo aver fatto la fila arrivi di fronte a uno dei dipendenti dell’AEC, l’Australian Electoral Commission, seduto dall’altra parte di una scrivania. Ti chiedono il nome e lo cercano in un registrone enorme,non serve il documento,chiedono conferma dell’indirizzo. Io, che la prima volta mi sono presentata con patente e doppio passaporto, rimango sempre basita.
“Hai gia’ votato oggi?”, ti chiedono, domanda che continua a spiazzarmi, elezione dopo elezione. Teoreticamente potrei votare in ogni seggio del mio elettorato, non solo in una sezione designata. “Non ho votato”, rispondo, e una volta ho pure provato a spiegare perche’ mi sembr assurdo che lo chiedessero a me, fidandosi della mia risposta, invece di tenerne traccia loro. Mi hanno guardato come se fossi un’aliena, e chiesto “Perche’ dovresti imbrogliare?”.
Con le 2 schede in mano si va alle cabine, che sono aperte, una accanto all’altra, ce ne sono almeno 10/15, con la tua matitina che sembra quella Ikea. Se vuoi puoi anche chiacchierare con quello accanto a te,o confrontare le schede. La scheda del Senato e’ ENORME.
Votare e’ un tantino piu’ complicato dell’Italia, perche’ devi mettere dei numeri in ordine di preferenza,non una croce: eg 1 al tuo preferito, 6 a quello meno preferito. Per il Senato puoi votare usando le preferenze (vote “below the line”). Non ci sono poliziotti in giro, sembra di essere alla sagra del paese, tutit allegri e felici. Metti le schede nell’urna, saluto, chiacchiero e ogni volta, ma davvero OGNI VOLTA, non posso non raccontare allo staff dell’AEC perche’ mi sembra di essere in una dimensione parallela, non a un seggio.
Fuori e’ veramente una sagra. La prima volta che ho visto vendere le salsicce volevo morire, ma che davvero? Poi ho scoperto che la democracy sausage e’ un rito nazionale, e ora aspetto le elezioni per mangiare la salsiccia. It’s the democracy sausage babe, this is democracy. Che poi non e’ una salsiccia normale: la salsiccia va dentro il pane a cassetta, non in quello dell’hot dog. Chi e perche’ si sia inventato questa cosa, non ne ho idea. Ma e’ semplice e geniale, ed e’ il rito nazionale di ogni evento communitario…se c’e’ una cosa che unisce il paese, e’ il BBQ, il barbecue, e la sausage sizzle e’ la regina del BBQ 😀
Per evitare la fila andiamo sempre al seggio vicino a casa, che non fa le salsicce, ma poi andiamo alla scuola dei bambini per mangiare la democracy sausage 😀
Oltre alle democracy sausage ci sono spesso i cake stalls. Le famiglie preparano dolci e torte, e il giorno delle elezioni vengono vendute per raccogliere soldi in beneficienza per la scuola.
E’ tutto cosi informale, che nonostante possa votare da ormai 9 anni, ancora non mi abituo e mi sembra sempre surreale.
Speriamo di festeggiare sabato notte, mi mancano i party elettorali dai tempi italiani, in sede alla Jan Palach. Qui mi tocca EffeMaschio e Anthony Green.
PS: a testimonianza che la democracy sausage e’ una cosa serissima, in evidenza un articolo su The Age del 02/05/2025 ahahah

PS: Antonhy Albanese ha origini Pugliesi :D. La sua storia personale e’ molto interessante, questo podcast: The Private Life Of Anthony Albanese
Immagini di reportorio da elezioni degli anni scorsi, pubblicate su FB


