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Emigrazione: riflessioni casuali e senza pretesa di continuita’

Mi capitano tra le mani due articoli che parlano di emigrazione (grazie a mia sorella Carla per entrambe le segnalazioni).

Il primo e’ un rapporto sull’emigrazione italiana in Australia negli ultimi anni, in particolare dei cosiddetti Working Holiday Visa.

Il secondo racconta la storia di un ragazzo italiano che si e’ trasferito a Kuala Lampur a fare l’architetto, e vi ha trovato quelle possibilita’ che non ha mai avuto in Italia.

La mia testa ragiona in ordine sparso, riassumo.

1) Ho scritto diverse volte che l’Australia non e’ il paese dei balocchi, ne’ il Paradiso in terra. Anche qui c’e’ lavoro nero, c’e’ chi non apga le tasse, chi guida male, chi e’ stronzo. Come in tutti i paesi del mondo. La differenza con l’Italia e’ la percentuale di eprsone che fa queste cose, perche’ per qualche strana ragione gli australiani sono piu’ rispettosi/attenti alle regole. Sara’ la certezza della pena? E’ la paura delle conseguenze?  E’ un fattore genetico? Non lo so, so solo che e’ cosi. So solo che qui non combatti ogni giorno per avere quello per cui paghi le tasse. Ovvero un’informazione quando vai in un ufficio pubblico, un appuntamento dal medico, un treno in orario. E il risultato e’ che la vita e’ piu’ semplice. Ecco la grande differenza: qui la vita e’ piu’ semplice. Le energie che a Roma mettevo per combattere con tutto quello che mi stava attorno, qui le uso per fare altro.

2) Ai detrattori che dicono che qui e’ tutta una truffa, e che anche se si guadagna di piu’ si spende di piu’, mi spiace dover dire che hanno ragione solo in aprte. Per quanto il costo della vita sia piu’ alto, la qualita’ della vita che facico qui e’ decisamente superiore a quella che facevo a Roma con la stessa tipologia di lavoro. Gli affitti non sono tanto piu’ cari di Roma, spendiamo 100 euro in pi’ per avere pero’ una casa indipendente e 2 stanze da letto…a Roma potevo sognarlo 😀

E badate che faccio il confronto tra stipendi relativi a posizioni uguali nei due paesi, nello stesso campo (informatica).

Certo che le cose stanno cambiando, si comincia a sentire ora gli inizi della crisi…peccato che l’Europa e gli USA abbiano cominciato qualche anno fa! l’Australia e’ riuscita a contenerne per ora gli effetti, difficile dire se continuera’ a farlo…stiamo a vedere. Non e’ una passeggiata stare dall’altra parte del mondo, ma di certo quaggiu’ non mi mancano la burocrazia,il trasporto pubblico inesistente, l’inquinamento, lo stress, il poco senso civico e l’incivilta’ di una citta’ come Roma…che amo, perche’ bellissima, ma che mi ha vuotata di energia vitale, negli anni. Qui tengo la porta aperta, vado in giro in bici e non ho bisogno dicomprare una macchina…piccole cose, ma che cambiano la vita.

3) I numeri….sara’, gli italiani che stanno arrivando sono tanti, e soprattutto a melbourne si eprcepisce, ma non mi sembra un fenomeno confrontabile con quello degli anni 50. Mi sembra che quell’ondata migratoria abbia contribuito in un certo modo all’identita’ culturale australiana (esempio su tutti; la cucina), mentre quest’ondata migratoria, anche se dovesse risultare piu’ numerosa, e’ fatta da persone che vogliono adattarsi al paese in tutto e per tutto, e che difficilmente porteranno dei cambiamenti culturali. Quindi si, i numeri possono essere alti e preoccupanti, ma non mi sembrano due fenomeni confrontabili.

4) ma perche’ ogni volta che leggo una storia di un emigrato racconta solo di successo? perche’ nessuno si rpende mai la briga di raccontare le storie di quelli che sono partiti dall’Italia per lasciare la miseria, e la miseria hanno trovato anche altrove? perche’ nessuno racconta le storie di quelli che non sono mai potuti tornare a casa perche’ non avevano i soldi per pagarsi il biglietto? no, perche’ sarebbe intellettualmente piu’ onesto, altrimenti sembra che a chi aprte piaccia vincere facile, eprche’ fuori e’ tutto piu’ semplice. Mica e’ cosi.

5) Leggendo la storia del ragazzo in Malaysia ho pensato che una cosa che noi emigrati spesso lasciamo a casa e’ il senso critico verso il paese in cui andiamo a finire. Nel senso: in Italia ci rompiamo (giustamente) le balle per i vari Berlusconi, Renzi, Grillo, corruzione, abusivismo edilizio, etc. Quando andiamo a vivere all’estero improvvisamente ci dimentichiamo della politica, e la mettiamo in secondo piano rispetto a tutto. Vediamo solo il “buono”, e viviamo felici in Messico, Malesia, Singapore, Dubai. Dimenticandoci che Singapore e’ una dittatura in cui sei sotto controllo 24/24. Che in Messico la corruzione e’ abominevole (vedi ultime elezioni presidenziali!). Che a Dubai vige una legislazione non proprio aperta e tollerante, e che l’economia si regge sullo sfruttamento dei lavoratori poveri provenienti dall’Asia. Che in Malesia la maggioranza malese ha estromesso la comunita’ cinese dal governo del paese (si potrebbe parlare di semi-segregazione razziale…). A casa ci preoccupiamo per il consumo di suolo pubblico, all’estero ci fa piacere che costruiscano appartamenti e ville, tanto mica e’ la nostra la jungla che disboscano per far posto ai nuovi quartieri, no? Insomma, tante piccole cose che a casa ci farebbero arrabbiare, e che invece a casa altrui siamo disposti a considerare di secondaria importanza. E’ come se fossimo sempre iper-critici verso il paese d’origine, ed invece iper-tolleranti verso chi ci ospita.

6) Non sempre i governi altrui sono migliori. A noi e’ toccato in sorte venire dall’altra parte del mondo e dover subire un baccala‘ come Tony Abbott Presidente del Governo….E dico baccala’ perche’ mia mamma mi ha detto che non devo scrivere parolacce nel blog, che e’ brutto, e quindi mi trattengo. Un affarista che come prima dichiarazione, appena eletto, ha detto “Australia is open for business”. L’uomo delle miniere e delle banche. Quello che ha sfruttato i sentimenti razzisti e la paura vero lo straniero per farsi eleggere. Quello che vuole comprare le barche in Indonesia cosi i profughi non possono piu’ arrivare via mare…cosa che ha fatto un tantino arrabbiare il presidente indonesiano, chissa’ come mai. Quello che vieta che vengano resi pubblici i dati sugli arrivi di profughi via mare, cosi’ che l’emergenza sembra finita (emergenza??? opinabile…). Insomma, tutta una serie di cose che in confronto Renzi….ah no, scusate, Renzi e’ di sinistra, Abbott di destra. Forse 😀

PS: la foto e’ tratta da http://www.lapulceonline.it/2012/07/14/ricordi-della-valigia-di-cartone/

EffeFemmina

Francesca V., 30 anni. Insieme a Francesco (la EffeMaschio) decide di mollare tutto e partire per un viaggio intorno al mondo...Ed è li che inizia l'avventura che raccontiamo in questo blog... ;)

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