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Queensland on the road

E’ il primo agosto, ed e’ inverno. E per la mia testa non e’ normale, perche’ ad agosto si mangia il cocomero, non la zucca o le arance! Quindi con EffeMaschio siamo un po’ straniti, come quando a Natale eravamo in spiaggia ed in infradito: perdita completa dei riferimenti temporali.
Ma sopravviviamo anche a testa in giu’, a dire il vero anche eprche’ questo inverno e’ parecchio strano: la temperatura sale e scende di continuo, da un giorno all’altro, ed anche nella stessa giornata…dai 18 gradi scende agli 8 la sera, il giorno dopo soffia il terribile vento dall’Antartide, che te la senti in faccia, ben davanti, quella maledetta. Ed il giorno dopo ancora c’e’ un sole fantastico, ed una temperatura piu primaverile. Crazy weather. I Melburniani ne sono ossessionati, e’ l’argomento di conversazione preferito: c’e’ chi ci vive da 30 anni qui, ma ancora non si abitua, e trova ancora incredibile le continue variazioni. Che tipi.
Alla fine non e’ male, non e’ l’inverno di Londra, e nemmeno Oslo: il collega inglese di EffeMaschio dice che questa per lui e’ primavera, non e’ inverno 😀 Ed infatti il piumino che mi sono fatta inviare dall’Italia l’ho usato una sola volta, perche’ il cappotto corto e’ in genere sufficiente. C’e’ da dire che pare che sia il luglio piu’ caldo degli ultimi enne anni: vediamo che succedera’ da qui a DIcembre.
Quindi tutto questo pippone per dirvi che, anche se stiamo sognando una fuga verso Nord, il libro e i weekend ad esso dedicati ci trattengono quaggiu’, di fronte ad Antartica, ed al mare possiamo andare al limite a farci il brunch, per ammirarlo…e quindi non possiamo che rifugiarci nei ricordi. Ed ho appena scovato questo mezzo post scritto quasi 8 mesi fa, praticamente, al rientro dalle vacanze natalizie. Cosa meglio di risfogliare un po’ di foto estive di un bellissimo viaggio on the road? Enjoy!
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Gennaio 2013
Al tavolo di un campeggio/ostello di Hervey Bay, pronti al ritorno. E’ stata una bella vacanza, on the road in modo vero.
Volevamo noleggiare un camper, ma costava troppo…cosi abbiamo optato per la macchina più economica trovata. Aggiungi una tenda , un materasso gonfiabile, 2 sacchi a pelo e una doccia portatile…ed il gioco è fatto. Aggiungici anche un po’ di zingaraggine, la voglia di risparmiare soldi, e ti ritrovi a campeggiare tra parchi nazionali super low-cost, giardini degli ostelli, aree di soste per camionisti….di tutto e di più, insomma. Con l’aggiunta di un po’ di couch surfing, di qualche dormita in macchina, di una barca a vela….e di 3000 chilometri.
Già, 3000 chilometri e qualche spicciolo, da Cairns Nord fino a Cape Tribulation, dove finisce la strada (costiera) asfaltata. E poi dentro, nel Tableland, e poi di nuovo sulla costa da Mission Beach fino a Brisbane.
Voliamo da Melbourne a Cairns: i biglietti sono “comprati” con le miglia British Airways restanti dal RTW, quindi il costo è quasi pari a zero…sweat! come direbbero da queste parti.
La macchina ovviamente è quella del segmento più economico, una scarsissima Skoda Fabia, che però ci regala tante soddisfazioni. Nel giro di 18 giorni riusciremo a renderla irriconoscibile, tra bagagliaio pieno, vestiti e asciugamani stesi ad asciugare nell’abitacolo, doccia portatile messa a riscaldare nel sedile posteriore, scarpe abbandonare nei sedili posteriori, mappe che si accumulano sul sedile (non le buttiamo, le portiamo ad altri Information Center, in modo che possano essere riusate, e la carta non si sprechi).
Decidiamo di non stare a Cairns a dormire: una fantastica applicazione mobile ci indica che c’è un campeggio economico a Palm Cove. Ottimo, ci dirigiamo li. L’applicazione  è utilissima per trovare aree di sosta gratuite e campeggi economici. Palm Cove è un posto carinissimo: dopo essere stati nella Sunshine Coast agli inizi di Dicembre, ci aspettavamo anche qui palazzi vicini alla spiaggia. Invece il “development” è molto limitato, c’è tanto verde quasi sul mare, e tanta calma: è il 18 di Dicembre, le folle natalizie sono ancora lontane. E comunque in Queensland questa è bassa stagione, perchè sta per iniziare la stagione delle piogge, e fa caldo nel resto d’Australia: d’inverno, quando il freddo picchia su Melbourne e Sydney, la gente viene a svernare da queste parti. Per noi tutto di guadagnato: adoriamo la bassa stagione!
Il campeggio è di fronte al mare. Montiamo la tenda, con qualche avventura col materassino: infatti l’attrezzo per gonfiare il materasso non ha la batteria interna ricaricabile, come quello Decathlon che avevamo a casa…questo bisogna tenerlo attaccato alla macchina :S La cosa darà luogo a diverse situazioni divertenti, con noi due che trasportiamo la tenda con dentro il materasso gonfio dalla macchina alla piazzuola…o con EffeMaschio che lo gonfia sul tetto della macchina per strada, trasportandolo su per le scale del condominio. Sono bei momenti.
Il mare, dicevo. Ah, il mare. Sappiamo che da queste parti è pieno di creature mostruose, ed EffeMaschio si ricorda qualcosa dalla sua visita precedente nella parte tropicale d’Australia. Ma arrivare in spiaggia e trovare lui fa un certo effetto:
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Cioè, i coccodrilli possono arrivare anche dal mare? Oh signore…Ovviamente Dicembre è stagione di meduse: non quelle antipatiche che troviamo pure da noi. Qui ce ne sono due che non sono proprio simpaticissime.

Una è la box jellyfish, mortale: per proteggersi, bisogna entrare in acqua con la muta di licra, e nuotare solo nelle aree protette dalla rete, che si trovano in ogni spiaggia sorvegliata dai bagnini. L’altra medusa ci chiama urukanji, un nome impronunciabile, ed è piccola come un’unghia della vostra mano. Eh si, la rete non può nulla contro di lei, non si riesce nemmeno a vederla. Ma se vi urta si sente, e vi può uccidere. Diciamo che, nel dubbio, decidiamo di stare lontani dall’acqua e dalle reti di protezione: questa mi pare una delle poche parti del mondo dove avere la piscina è una questione di sopravvivenza, non una questione di lusso.

Da Palm Cove saliamo verso Nord, vogliamo visitare la Daintree Forest, ed arrivare a Cape Tribulation. L’applicazione ci segnala un campeggio a Noah Beach, non lontano da Cape Tribulation: è un campeggio del Parco Nazionale, costa 5 dollari a persona…è il nostro posto! La strada per arrivare verso Nord è bellissima: a sinistra la foresta tropicale, a destra il mare turchese e distese di spiagge di sabbia bianchissima. Peccato non potersi fermare a fare un bagno…Arriviamo  a Port Douglas, e scopriamo che ogni mercoledì sera lo Yacht Club locale organizza uscite gratuite in barca a vela…come non approfittarne, visto che, guarda caso, è proprio mercoledì? Nell’attesa, visitiamo Mossman Gorge: una bella passeggiata nella foresta, con un bel circuito, alberi giganti, vegetazione che cambia appena ci si alza un attimo d’altitudine, un bel tuffo rinfrescante nella gola, libera da coccodrilli (la EffeFemmina adorerà le parole “croc-free” da quest momento in poi).
E poi arriva il momento della nostra barca a vela gratis: il business per lo Yacht Club è il seguente: io ti porto gratis in barca, tu ceni da me. Siamo dubbiosi sulla cena, non vogliamo metterci su strada tardi, ma riusciamoa  farci prendere los tesso a bordo. Così , anche se il vento non è tanto generoso con noi, ci gustiamo un bel tramonto in barca…e quando torniamo decidiamo di cenare li, perchè Port Douglas è una delle ultime forme di civilizzazione che troveremo: in bassa stagione, è poco probabile che le pochissime strutture più a Nord siano aperte. Così, alle 8 di sera ci mettiamo in viaggio. Che geni.
La notte gli animali vanno in cerca di cibo, e ovviamente attraversano le strade per spostarsi. Così il nostro viaggio dura un’eternità: evitiamo un canguro, rane a volontà, uccelli strani, ci mancano all’appello solo i cassowaries. Ci imbarchiamo sul traghetto che attraversa il Daintree River, e siamo solo tre macchine ad andare verso Nord: gli altri due sono due fuoristrada enormi con la super inferriata davanti per proteggersi contro l’urto dagli animali: prendere un canguro non è una bella cosa per una macchina, specie se la vostra assicurazione non copre i primi 3000 dollari di danno. Ecco perchè andiamo a passo d’uomo. La strada ha un fascino incredibile, dal Daintree River in poi: attraversa la foresta fittissima, la strada a due corsie diventa una strada di montagna abbastanza stretta, rumori e versi di ogni tipo vengono dalla foresta. Siamo preoccupati, ma anche incantati dal mondo fuori dal nostro abitacolo. Arriviamo a destinazione alle 10 e mezza: non ci sono luci, solo cartelli di avviso della presenza di coccodrilli. EffeFemmina si rifiuta di montare la tenda in piena notte, in un posto dove i coccodrilli non si possono vedere per il troppo buoio. Così dormiamo in macchina 😀
La spiaggia il giorno dopo si rivela stupenda, bellissimi colori, una distesa di sabbia bianca, la foresta arriva fino alla costa: scopriamo che questo è uno dei pochi posti al mondo in cui la foresta vergine arriva fino al mare. Foresta vergine, perchè questa parte di Queensland è sfuggita al taglio selvaggio della foresta per far parte a fattorie e coltivazioni, e la foresta è tra le più antiche esistenti sulla terra, diciamo che ha conosciuto i dinosauri. E’ bellissima, piena di piante native e strane, copre costa e colline, si perde a vista d’occhio. Camminarci in mezzo è un piacere, e il trekking è semplice, niente di non fattibile, nonostante i cartelli che incitano alla paura. Questo l’abbiamo capito dell’Australia, e abbiamo una spiegazione all’abbondanza di cartelli indicanti pericolo: non è che servono solo a scaricare la responsabilità nel caso succeda un incidente? Il dubbio è legittimo…
Torniamo a Port Douglas a dormire, stavolta facciamo la strada di giorno, ma nonostante la bellezza della costa e dei colori, camminare sotto gli archi fatti di alberi intrecciati non ha il fascino che ha avuto la notte. Stavolta andiamo di couchsurfing: siamo ospiti di Al uk, uno chef indiano che lavora allo Sheraton. Oltre a noi sono ospiti anche una ragazza svizzera e una tedesca, e la coinquilina è cinese. Insomma, per due giorni sembriamo dentro a una barzelletta 😀
E da Port Douglas, facciamo una delle cose più belle del viaggio: l’escursione sulla barriera corallina. Andiamo sulla barriera corallina esterna, una parte lontana dalla costa e dai flussi inquinanti delle città. Eravamo stati nella barriera corallina in Messico e in Thailandia, ma questa non ha niente a che vedere: incredibile. Coralli  dalle forme più diverse, blu, verdi, gialli, arancio, rossi, tutto, squali di barriera, barracuda, nemo in abbondanza, seppie, pesci dalle forme più diverse. Uno spettacolo incredibile, ci siamo sentiti dentro a un documentario di National Geographic, per le forme e i colori.
[to be continued…]
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