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Bloody

Oggi c’erano tutti i presupposti per una bellissima giornata. Il cielo di Melbourne e’ azzurro, e fa insolitamente caldo (vabbe’, non esagero, diciamo meno freddo di ieri).

La mia intenzione appena alzata era fare un po’ di yoga, andare a fare volontariato da Lentil, mandare la solita caterva di cv, ed andare alla lezione di yoga. Invece, dopo lo yoga in autonomia, ho cominciato la giornata dai cv: i cv per fare il volontariato.

La cartella “Curriculum” sul mio pc e’, come la mia personalita’, schizofrenica. Realizzo che e’ intasata di CV di ogni genere e specie. Ne ho uno per agente di viaggio, uno per bibliotecaria, uno per business analyst (il pezzo forte), uno per project coordinator, uno per data entry, uno per data modeler, uno per data warehouse specialist, uno per commessa, uno per cameriera, una per volontario che vuole salvare il mondo. Insomma, ditemi cosa vi serve, e io mi trasformo. Mi trasformo, perche’ in questo caz di paese il career change e’ difficile, pressoche’ impossibile, e io devo mentire in modo spudorato, se non voglio morire facendo SAP.

Esempio: Per fare l’agente di viaggio ti richiedono un certificato in Turismo. Ora, con tutto il rispetto per gli agenti di viaggio, ma sono convinta che chiunque sappia usare un browser sia in grado di prenotare un biglietto aereo. Forse no? Ok, va bene, ma penso che se sono riuscita a laurearmi in informatica dovrei riiuscire a prenotare un caz di biglietto aereo con un caz di sistema. ..no? mi sopravvaluto? forse ho una visione semplicistica e antiquata del mondo del lavoro, quella in cui uno skill dovrebbe poter essere utilizzato in piu’ campi…si, devo essere molto antica.

Oppure le posizioni per Data Entry, universalmente riconosciuto come lavoro con attivita’ cerebrale inesistente: si richiedono analytical skills, invece. Si richiede una caz di esperienza. Chiunque faccia data entry per piu’ di sei mesi penso abbia il cervello consumato, dove si trova un pazzo con 5 anni di esperienza?

[Oggi dico molto caz, lo so. Scusate, non sono educata, ma certi giorni e’ cosi, ho un bisogno di trivialita’ che mi sale dall’intestino. Provero’ a sostituirlo con bloody, la versione aussie educata di f*****g.]

Dicevo, in questo bloody di paese devi studiare per tutto, hai bisogno di una qualificazione per ogi cosa. Tranne per lavorare in nero nell’hospitality, o per lavorare nelle farm: ecco come i bastardi sfruttano la manodopera straniera dei Workinh Holiday Visa. Per gli altri posti devi rimetterti a studiare qui, che vuol dire spendere soldi. Mica sono scemi.

Ho portato il cv in un negozio di abbigliamento, perche’ voglio lavoraricchiare e fare qualsiasi cosa, mentre cerco un altro lavoro, e mi hanno chiesto se avevo esperienza nel fashion. Nella mia testa le avrei voluto dire con tono glaciale e acido “Potrei risponderti che sono italiana, ma mi limitero’ a farti notare come sono vestita. Vedi che ho solo due colori addosso, non 6? Vedi che la mia sciarpa e’ abbinata alla mia giacca, e non fanno a pugni? Vedi che ho degli stivali normali, e non con punta e tacco degli anni ’90?”. Invece devi sorridere, e dire no, non ho esperienza nel fashion, grazie comunque. E vorresti aggiungere “Ma non penso ci voglia molto ad imparare a battere uno scontrino e trovare una taglia in mezzo ad una catasta di maglioni, in tutta franchezza.”. Ma non lo aggiungi, lo tieni per te, e nella nuova versione del curriculum inserisci una meravigliosa esperienza nel retail: della serie sono italiana, e i geni fantasiosi ce li abbiamo in quantita’, nel nostro DNA. Non ho esperienza? La invento!

Scusate, non voglio essere razzista, ne’ sminuire il lavoro di nessuno, ma mi sembra che questa ricerca della specializzazione sia pateticamente ridicola. Non sto presentando il curriculum per andare in missione nello spazio con Palermitano, sto solamente chiedendo di fare la commessa part-time. Easy.

E stamattina il volontariato mi ha fatto girare nuovamente le scatole. Si, perche’ non basta presentarti sul posto, andare a dire “ragazzi, credo in questa causa, cosa posso fare per aiutare?”. No, ci sono le posizioni aperte nei siti, devi compilare i form. Devi perdere una mattina per spiegare ad ogni associazione perchevuoifarevolontariatoconloro, cosaconoscidellasituazionerifugiatiinaustralia, qualisonoletueesperienzenelvolontariato, e dare addirittura i riferimenti di due persone che loro possano contattare per verificare la tua affidabilita’. No comment. Sono la sola a pensare che sia eccessivo?

Hai di fronte una persona che sa usare il pc, sa mandare un’e-mail, ha tanto tempo libero: approfittane, invece di sottoporla ad un processo selettivo imbecille! Non e’ un lavoro, e’ volontariato! E improvvisamente mi illumino: rileggo gli annunci, l’esperienza richiesta…chiaro, cercano di sostituire posizioni lavorative con volontari. Ah, il meraviglioso mondo delle ONG! quel mondo dove tu vorresti entrare per fare del bene nel mondo, e poi ti accorgi che ci sono gli squali come ovunque. Bloody NGO.

Ora, in tutto questo processo io ho anche pensato di rimettermi a studiare. Ma che senso ha spendere migliaia di dollari in corsi che non mi servirebbero da nessun’altra parte se non qui? che senso ha prendere un Diploma da Library Technician se tornando in Europa non mi servirebbe a nulla? Risposta: nessuna. Piuttosto quei soldi li uso per andarmene in viaggio in India un anno.

Sorrido da sola, perche’ penso che devo essere buffa vista dall’esterno: una specie di Peter Pan che vorrebbe solo rimettersi su strada, e invece sa che questo non e’ il momento, questo e’ il momento di fermarsi e ragionare, respirare a fondo, e pensare. Non voglio investire tempo e soldi in qualcosa che non porta da nessuna parte, solo per lavorare qui. Cosi aspetto, continuo a mandare cv da Business Analyst, che ahime’ e’ l’unica professione che so fare, e nel frattempo penso alla soluzione per uscire dall’impasse, l’illuminazione grazie alla quale arrivare all’obiettivo: cancellare la cartella Curriculum dal computer.

PS: in tutto questo il volontariato di oggi mi e’ saltato, e mi resta solo confidare nello yoga per ritrovare l’equilibrio di questa giornata dolcemente e pazzamente instabile…

EffeFemmina

Francesca V., 30 anni. Insieme a Francesco (la EffeMaschio) decide di mollare tutto e partire per un viaggio intorno al mondo...Ed è li che inizia l'avventura che raccontiamo in questo blog... ;)

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6 risposte

  1. antonia ha detto:

    parole sante sorella!
    disintegrala quella cartella
    e’ brutta
    fa male 🙂

    • EffeFemmina ha detto:

      ahahah, ma sai che hanno accettato la candidatura per l’academy da travel consultant? mercoledi ho il colloquio! ahahahah
      peccato costi 2000 $…vado a farmi quttro risate ed ad accumulare esperienza di colloqui 😉

  2. Giorgio ha detto:

    Ciao,

    riprendo dal post precedente il discorso pensione… ho capito il tuo modo di vedere e non conoscevo i tuoi trascorsi (incidente) che, sono certo, ti abbiano fatto cambiare prospettiva sulla vita…. però io sono curioso e allora sono andato a vedere i requisiti per la pensione in Australia…. mi meraviglio nel constatare che NON SI PAGANO CONTRIBUTI :

    Requisito pensione vecchiaia:
    in Australia: 65 anni di età e 10 anni di residenza dopo il 16° anno di età (di cui almeno 5 consecutivi)

    cioè dopo 10 anni di RESIDENZA hai diritto alla pensione al 65° anno senza versare precedentemente contributi…

    quindi se dico giusto, la pensione sarà uguale per un manager come per un operaio….

    mica male…

    voi che siete là potete per favore verificare la veridicità di quanto ho estratto da questo sito http://www.inas.it/scheda.php?idscheda=354

    • EffeFemmina ha detto:

      Giorgio complimenti per la ricerca! Chiedero’ a degli amici australiani e ti faro’ sapere! So di certo che quando si va in pensione lo stato verifica le tue proprieta’, investimenti finanziari e risparmi: i soldi che prenderai saranno in base a queste variabili…quindi non penso che un manager prendera’ la stessa pensione di un operario: penso prenda molto di meno, visto che probabilmente nella sua vita avra’ accumulato un patrimonio non indifferente! (la prima casa non entra nel conteggio….).
      Il datore di lavoro paga la “superannuation”, che e’ un po’ come il nostro TFR, solo che lo gestisci direttamente tu. Se vai via da paese i soldi ti vengono liquidati.

      Da quanto sostiene una cara amica (65 anni, pensionata) la pensione e’ importante non tanto per i soldi che ti versano ogni mese, ma per gli sconti a cui hai diritto se sei pensionato: visite mediche e medicine, trasporti pubblici, bollette ridotte, sconti su attivita’ culturali, etc…

    • EffeMaschio ha detto:

      Ciao Giorgio,
      quello che dici e’ corretto.
      E’ interessante notare in base a cosa calcolano la tua pensione in Australia quando raggiungi l’eta’ minima (per noi sara’ 67 anni). Non essendo un sistema retributivo, valutano qual e’ il tuo patrimonio + il tuo reddito.
      Questo fa si che la pensione percepita sia effettivamente commisurata a quello che possiedi quando vai in pensione e non al livello dello stipendio che avevi o ai contributi versati. Con questo sistema paradossalmente un Manager potrebbe prendere meno di un operaio perche’ magari ha piu immobili o investimenti da cui ricava un certo reddito.

      In piu’ hai diritto al “superannuation” che corrisponde al TFR (10% dello stipendio + eventuali percentuali derivanti dagli investimenti che hai effettuato nel frattempo)

      se vuoi ulteriori info puoi leggere anche al seguente link (dal lato australiano) http://www.humanservices.gov.au/spw/customer/information-in-your-language/resources/008/008-1207it.pdf.

      Credo sia giusto informarsi su queste tematiche, allo stesso modo pero’ credo che limitare le scelte che facciamo pensando alla pensione, ed ingenere al futuro, non ha molto senso. Soprattutto vedendo quello che sta succedendo adesso in Italia in cui l’eta’ pensionistica sta raggiungendo la soglia dei 70 anni + l’ammontare della pensione viene rosicato sempre piu. Chissa cosa succedera’ nei prossimi 40 anni…. e chissa’ se ci arriveremo mai a quell’eta’.

      Vale quindi la pena viversi il presente oppure sacrificarsi per un futuro di cui non sappiamo nulla?

      Parafrasando la saggezza della vecchia tartaruga di Kung-fu panda (ti consiglio di vedere quel cartone animato se non l’hai gia’ fatto):
      “Il passato e’ storia, il futuro e’ mistero, il presente e’ un dono, ecco perche’ si chiama cosi'”
      …Ed allora viviamolo questo presente!

      PS piano B e’ quello di fare 5 o 6 figli, cosi’ almeno 1 ci dovra’ mantenere nella nostra vecchiaia 😉

      Un saluto

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