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Un anno dopo: vele ancora al vento

Eccoci qui, un anno dopo. Abbiamo iniziato il nostro anno sabbatico in viaggio, e lo finiamo  in viaggio, stavolta a testa in giù. Un anno dopo…il tempo è volato, facciamo colazione in un campeggio di Airlie Beach, e la sensazione è che siamo in giro da allora, quella mattinaromana di sole in cui abbiamo preso il primo volo per Hong Kong. E’ stato un anno pieno, pienissimo: di posti, di Km, ma soprattutto di incontri. Con gli altri, e con noi stessi. Sembra uno di quei bilanci che si fanno alla fine di ogni anno solare, quando si ripensa agli errori, e si riempono liste di buoni propositi. Noi buoni propositi non ne abbiamo, se non uno: continuare a vivere appieno. E’ l’unica cosa che ci promettiamo, qualsiasi cosa succeda. Vivere oltre la superficie, vivere percorrendo le strade più difficili, vivere per esserne fieri.

Swami, la nostra bellissima nipote, ha appena spento la sua prima candelina. E’ cresciuta in questi mesi, mentre gli zii un po’ hippie facevano il giro del globo…e ti accorgi di quanto tempo sia un anno vedendola ora, lei che ora si regge in piedi e comincia a dare ordine ai suoni che emette. Gli unici che abbiamo trovato davvero cambiati, al nostro ritorno, sono quelli che sono diventati genitori, o che si apprestano a diventarlo…la luce nei loro occhi è cambiata, hanno scoperto un nuovo tipo di felicità. Il resto, è stato come cristallizzato…e da un senso di familiarità….

Un anno fa avevamo appena lasciato il lavoro e la nostra casa, l’adrenalina era alle stelle. Un anno dopo eccoci sulle strade del Queensland a fare lo slalom tra canguri e cassowaries. Dopo quasi 12 mesi da zingari, tra viaggio e ritorno itinerante in Italia, abbiamo ritrovato una forma di stanzialità. Abbiamo una casa, abbiamo ricominciato a lavorare. Ma essere in un paese diverso rende questo ritorno un po’ più interessante. Entrambi, appena messo piede di nuovo in terra patria, ci siamo resi conto che fosse una benedizione ricominciare una nuova vita da un’altra parte. L’idea di tornare alle nostre vecchie vite sarebbe stata soffocante…tornare e ritrovare tutto quello che ci aveva spinto a partire. No, no, è bello ricominciare, ma con un certo margine di novità. Che poi, non riusciamo ancora a incanalarci in una vita completamente normale: il Monetorium è talmente entrato in noi, che continuiamo a vivere e spendere e viaggiare come se fossimo ancora due backpackers in giro per il mondo. Questo è un aspetto bello, che nonostante il viaggio sia finito, non abbiamo ancora cominciato a spendere come prima, abbiamo ancora il rifiuto da shopping, pesiamo le spese.  Forse è diventato, semplicemente, uno stile di vita.

Le paure. Le paure sono state tante, nell’ultimo anno. La paura della lontananza, la paura che possa succedere qualcosa di brutto, la paura di sbagliare….ma una lezione grande è che le paure non servono. Le paure ti limitano…bisogna riconoscerle, e cercare di superarle. Come fare un lancio col paracadute quando si soffre di vertigini..superare la paura del vuoto. Superare la paura degli altri, penso che questo sia il più grande traguardo raggiunto, soprattutto per Effemaschio, sempre sospettoso verso tutti. Continuiamo a fare Couch Surfing, e in questi giorni di assenza abbiamo affittato la nostra casa  a Melbourne. La nostra casa, con tutto dentro. Certo, non l’abbiamo fatto a cuor leggero. Ma sappiamo che non  siamo gli unici onesti, in questa terra, perchè non dare una chance agli altri? E continuare a incontrare persone facendo Couch Surfing non fa che aumentare questa sensazione. Magari prenderemo delle fregature, sicuro succederà, ma perchè precludersi dall’incontrare gente splendida come Troy, il ragazzo che ci ha ospitati a Townsville per due giorni, per paura? Le statistiche dimostrano che l’assassino è più probabile averlo in casa…quindi, a meno di voler dormire con la rivoltella sotto il cuscino, penso sia meglio fidarsi…e basta.

Ieri un signore australiano che vive in Cina (EffeFemmina l’ha abbordato, come suo solito, durante un trekking) ci ha detto di soffrire di itchy feet…prurito ai piedi. Lui e la moglie sono due insegnanti, di fisica e matematica, e hanno lavorato in giro per il mondo. Dice che il prurito ai piedi viene quando torni a casa, e dopo un po’ senti la voglia di ripartire…ci ha fatto ridere, perchè lo continuiamo a sentire sotto i piedi, questo prurito….viaggiare è una malattia, dice qualcuno, e noi condividiamo, non puoi fermarti quando inizi, diventa una specie di religione, per cui ogni sacrificio è valido. Il signore ci diceva che l’unico modo di conoscere veramente un posto è viverci…per ora cerchiamo di capire questo grande paese lontano da tutto, che sembra essere molto di più del clichè surf-coccodrilli-belle bionde-animali velenosi. Poi…chissà 🙂

Per festeggiare questo anniversario speciale, domani partiremo per qualche giorno in barca a vela nelle Whitsundays…vele al vento, senza un itinerario,  liberi, pronti ad andare dove tira il vento…esiste metafora migliore di questa per spiegare come ci sentiamo in questo momento? Stateci bene, vi abbracciamo.

 

PS: la foto è stata scattata a Port Douglas qualche giorno fa, mentre facevamo un “sailing” gratuito con lo Yacht Club locale ; segnatevelo, se capitate da queste parti: ogni mercoledì.

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5 risposte

  1. minu ha detto:

    Ma fate corsi a distanza??? avrei bisogno di un bel corso….come risparmiare e non cazzarmi tutti i soldi….cmq direi un bel bilancio…:-):-):-) bacini…

  2. linda ha detto:

    Siete un sogno reale…siete belli!
    Buon viaggio!!!!!!!!!!!!!!!

    Linda

  3. Bea ha detto:

    Vi ho letto durante tutto il vostro viaggio, e vi leggo ancora.. siete dei grandi! Spero un giorno di poter provare la serenità che trasmettete con le vostre parole! 🙂

    Bea

    • DoppiaEffe ha detto:

      Ciao Bea, davvero trasmettiamo serenità? wow, pensavo sembrassimo due matti 😉
      un abbraccio grande, grazie per leggerci ancora!

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