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Walking in the rain

I post che pubblichiamo sono sempre pieni di belle foto, descrizioni di posti incantevoli, racconti di esperienze indimenticabili. Vi starete sicuramente chiedendo “Ma possibile che vada sempre tutto così bene? E le esperienze negative? I racconti spiacevoli? Dove sono?”

Be, di qualcosa abbiamo già accennato, come quando abbiamo raccontato della nostra avventura sull autobus più pazzo del mondo in Vietnam oppure del cibo di strada che abbiamo sempre dovuto mangiare in Asia per tenere le nostre spese basse. Però sono sicuro che non vi basta… ok ok eccone un altro….

23 Giugno 2012, Piste, Messico

Scendiamo dal bus in mezzo ad una strada, piove a dirotto. Prendiamo i nostri zainoni e ci infiliamo il nostro santo poncho impermeabile. Il bus riparte e noi ci troviamo nel mezzo del nulla. La pioggia è così intensa che non si riesce a vedere bene oltre un paio di metri.

Siamo appena arrivati a Piste, o almeno così ci ha detto l’autista. Piste, nome che rievoca un covo di cocainomani narcotrafficanti, è tranquillo paesino nel bel mezzo della giungla caraibica, di 4 case, alcune fatte di tronchi e tetti di foglie secche di palma. L’unica cosa che lo rende interessante è l’essere a soli 2 Km da una delle meraviglie del mondo, il sito Maya di Chichen Itza e noi abbiamo deciso di fermarci una notte in questo posto per poter poi visitare le rovine più famose del Messico il giorno dopo alle prime ore della mattina, per evitare i branchi di tour che arrivano verso mezzogiorno da Cancun e da tutta la costa Maya.

Scorgiamo l’insegna di un Best Western e ci avviamo a chiedere il prezzo di una camera. In  realtà è solo per avere un pò di tregua dall’acqua incessante che viene giù dal cielo grigio, sappiamo bene che il Best Western non ce lo possiamo permettere…

Chiediamo i prezzi ed il tipo dice che ci sono tre diverse tipologie di camere, una da 1500 pesos, una da 1200 ed una da 800. Un pò caro diciamo noi. Quale? risponde lui. Tutte e tre ribattiamo.

Realizza finalmente con chi ha a che fare, ci guarda, fermi nelle nostre pozzanghere ed avvolti nei nostri ponchos color verdone, sorride e ci indica due posade più economiche qualche isolato più avanti. Una è in una stradina sulla destra ed una è sulla sinistra. Quella sulla destra è più economica dice.

Purtroppo per tenere basse le spese e cercare di rientrare nel nostro scarso budget giornaliero evitiamo di prenotare in anticipo (gli alloggiamenti presenti su internet sono più cari)  e giriamo un pò quando arriviamo in un posto per trovare la soluzione più economica. Spesso siamo costretti a camminare sotto il sole cocente con i nostri zainoni sulle spalle ed a vedere bettole incredibili, loculi con l’intonaco scrostato, l’odore di muffa, lenzuola piene di peli, bagni senza acqua calda con la doccia sul lavandino, scarafaggi morti negli angoli, ragni grossi come una mano dietro il cesso.

Oggi ci tocca camminare sotto un temporale tropicale.

Ci muoviamo verso la stradina sulla destra. La strada è un fiume in piena di acqua e fango che scorre verso di noi, i nostri sandali sono inzuppati di acqua calda e marrone, il nostro poncho gronda da tutti i lati. DoppiaEffe con le loro gobbe ed il loro cappuccio camminano in salita per un pò ma non vedono nessuna posada, solo improbabili catapecchie, immerse nella folta vegetazione della giungla e nel fango. All’improvviso vedono una scritta sul muro, sembra ci sia scritto “posada”, rapidamente si dirigono in quella direzione, c’è un cancello aperto, entrano, ma dopo un metro non possono più proseguire, è tutto allagato. Una piccola costruzione con un paio di stanze emerge come un isola da un lago. Proviamo ad urlare, ma non risponde nessuno. Andiamo via prima che un coccodrillo salti fuori dallo stagno e ci trascini nel fango.

Tuoni e fulmini iniziano ad illuminare il cielo nero, il rumori dei lampi sono fortissimi, la piogia continua a cadere incessante. E’ una di quelle situazioni in cui non puoi neanche piangere perchè il tuo volto ha già decine di rivoli di acqua che scendono verso il basso.

Mi sa che ci tocca tornare indietro e prendere la strada a sinistra. Ci rimettiamo in marcia, per strada non c’è nessuno, cerchiamo di saltare le pozzanghere che ci sembrano più profonde e prendiamo la stradina a sinistra, una freccia indica una posada. Il nostro unico desiderio è quello di poterci togliere la roba fradicia di dosso, farci una doccia per pulirci dal fango e riposarci in delle lenzuola pulite. Cose semplici che in questo momento sembrano le cose più complicate del mondo.

Vediamo una freccia, dipinta su di un muro che indica la posada ed aumentiamo il passo, il rumore dei tuoni si fa più vicino. Entriamo nel giardino di una casa, ci sono solo un paio di gatti sotto una tettoia, provo a chiedere a loro ma mi guardano senza rispondere, sembrano pensare “Guarda questi due poveri sfigati”.

Usciamo dal giardino, nell’abitazione di fronte un uomo è seduto sotto una tettoia e ci guarda, chiediamo se c’è nessuno nella posada, ci fa cenno di andare più avanti, quella in cui siamo entrati non era la posada…

continuiamo a camminare, la pioggia non accenna a diminuire. Arriviamo ad un’altra abitazione che pare essere la posada. Ci affacciamo a quello che sembra l’ingresso e vediamo due signore, una più anziana sonnecchia su di un’amaca, l’altra più giovane ci vede e viene verso di noi. Chiediamo se hanno una stanza disponibile, la ragazza si gira verso la signora e le dice un paio di parole in lingua Maya, la signora annuisce e la ragazza ci fa cenno di entrare. EffeFemmina si scusa con le due signore per aver portato dell’acqua dentro l’appartamento, la vecchia la guarda un pò stupita e ci rendiamo conto che ci sono un paio di bacinelle qua e la per raccogliere delle goccie di acqua che cadono dal tetto fatto di palme intrecciate. Attraversiamo la stanza ed usciamo dal retro dove la ragazza ci mostra l’abitazione.

Non male, due letti, agua caliente, ambiente asciutto e sembra anche pulita. Ci va bene, il prezzo però è di 300 pesos (poco meno di 18 euro…). EffeMaschio guarda EffeFemmina con fare dubbioso e, rivolgendosi alla signora, dice che è un pò costosa, che servirebbe uno sconto, se ce la da a 250 la prendiamo…

La signora rimane in silenzio, incredula, come se veramente noi fossimo nelle condizioni di chiedere lo sconto… EffeFemmina, stremata dalla camminata sotto la pioggia e tutta inzuppata, mi guarda con un misto di amore-odio. La ragazza deve chiedere alla signora che vive nell’amaca. nel frattempo noi attendiamo sotto una tettoia, la piogia non vuole saperne di diminuire.

La ragazza torna e  ci dice che va bene. Tutto bene quel che finisce bene, potevamo rimanere offesi 😉

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EffeMaschio

Francesco M., 31 anni, Informatico. Insieme a Francesca (la EffeFemmina) decide di mollare tutto e partire per un viaggio intorno al mondo...Ed è li che inizia l'avventura che cerchiamo di raccontare in questo blog... ;)

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5 risposte

  1. mica ha detto:

    ..non ci provate…poverelli non ve lo dice nessuno…;)

  2. mirko gavianu ha detto:

    ciao francy…….qua in asia ci sono 65 gradi altro che acqua….io ti mando il sole tu dammi l’acqua……poi ci sono un altro po di cose che nn sono belle….beeee quelle me le tengo io……saluta quell’altro matto del tuo lui a prestoooooo……dall’asia piu’nera…..

    • EffeFemmina ha detto:

      Mannaggia 🙁 quando torni magari mi racconti un po’ delle cose nere! Un abbraccio dalla terra da cui e’ partita questa guerra assurda, sperando che possiate tornare presto a casa…corazu! Un bacio

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